L’invio di un’email dal contenuto offensivo sia alla vittima che ad altre persone integra diffamazione o ingiuria?
L’invio di un’email dal contenuto offensivo sia alla vittima che ad altre persone integra diffamazione o ingiuria?
Entrambi. A chiarirlo è stata la Corte di Cassazione nella sentenza n. 34484/2018. In particolare è stato osservato come le e-mail non siano altro che lettere in formato elettronico recapitate dalla casella di posta del mittente a singoli destinatari, non contestualmente presenti.
La Cassazione ha quindi ritenuto che nel caso in cui l’offesa sia arrecata con una comunicazione scritta indirizzata sia alla persona offesa, sia a più altri destinatari, che ne vengono quindi messi a conoscenza, si realizza il concorso fra l’(ex-)reato di ingiuria ex art. 594, co. II, c.p., oggi depenalizzato, e quello di diffamazione ai sensi dell’art. 595 c.p., tuttora previsto dalla legge come reato.
Infatti qualora l’offesa sia arrecata per il tramite di un testo scritto e sia indirizzata all’interessato ed a terzi estranei, non può escludersi il concorso tra ingiuria e diffamazione, nel caso in cui la concreta fattispecie comprenda elementi costitutivi delle due distinte norme incriminatrici: non è lo stesso fatto ad assumere rilievo ma due fatti ben distinti, ossia la trasmissione dell’email al diretto interessato e la trasmissione delle altre missive, seppur di analogo contenuto, ai terzi destinatari, per la cui realizzazione occorre porre in essere distinte condotte, sorrette dal correlativo coefficiente psicologico.

Il caso
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