Su chi ricade l’onere della prova nel caso di un danno conseguente a complicazioni sorte durante un intervento di “routine”?
Su chi ricade l’onere della prova nel caso di un danno conseguente a complicazioni sorte durante un intervento di “routine”?
Come chiarito dalla Corte d’Appello di Napoli (sentenza n. 4049/2020) in caso di prestazione professionale medico-chirurgica di “routine” spetta al professionista provare che le complicanze non siano state determinate dalla sua responsabilità e dimostrare che siano state, invece, prodotte da un evento imprevisto ed imprevedibile sulla base della diligenza qualificata in base alle conoscenze tecnico-scientifiche del momento.
Conseguentemente per escludere la responsabilità del medico in questo genere di ipotesi non è sufficiente invocare l’insorgenza di “complicanze intraoperatorie”, ma è necessario dimostrare la loro eventuale imprevedibilità ed inevitabilità, nonché l’insussistenza del nesso causale tra la tecnica operatoria prescelta e l’insorgenza delle predette complicanze, unitamente all’adeguatezza delle tecniche scelte dal chirurgo per porvi rimedio.

Il caso
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