MALASANITÀ E RESPONSABILITÀ MEDICA

Come deve procedere il medico nel caso in cui un paziente manifesti sintomi poco chiari o di difficile interpretazione?

Come deve procedere il medico nel caso in cui un paziente manifesti sintomi poco chiari o di difficile interpretazione?

Poiché il parametro di riferimento per valutare la colpa del medico è la condotta che avrebbe teoricamente tenuto un medico “diligente” secondo l’articolo 1176 del Codice Civile, vale a dire un medico bravo, occorre chiedersi quale debba essere la condotta del sanitario medio dinanzi a sintomi aspecifici.

La risposta è che di fronte a sintomi aspecifici, potenzialmente ascrivibili a malattie diverse, o comunque di difficile interpretazione, il medico non può limitarsi a sospendere il giudizio ed attendere l’eventuale sviluppo della malattia, ma, al contrario, deve o formulare una serie di alternative ipotesi diagnostiche, verificandone poi una per una la correttezza, oppure almeno segnalare al paziente, nelle dovute forme richieste dall’equilibrio psicologico di quest’ultimo, tutti i possibili significati della sintomatologia rilevata.

Tiene di conseguenza una condotta non conforme all’articolo 1176 del Codice Civile, il medico che, di fronte al persistere di sintomi o indici diagnostici dei quali non è agevole intuire la causa, non solo non compia ogni sforzo per risalire alla causa reale del sintomo, ma perdipiù taccia al paziente i significati di esso. Pertanto, se da tale condotta omissiva deriva un danno per il paziente questi sarà legittimato a chiedere il risarcimento del danno (Cass. Civ., sez. III, n. 30999/2018).

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